giovedì 15 agosto 2019

Il volere di Mikao Usui

Oggi 15 Agosto si ricorda la nascita di Mikao Usui che all'inizio del secolo scorso grazie a un'esperienza spirituale si accorse che l'essere vivente è connesso al tutto grazie al continuo fluire dell'Energia Vitale Universale. Questa  vibrazione energetica venne chiamata da lui stesso Reiki e presto divenne una disciplina a sostegno del processo di autoguarigione propria del corpo fisico. Mikao Usui dedicò la sua intera esistenza a far conoscere questa tecnica, il Reiki è un gesto che può essere rivolto oltre che agli altri anche a se stessi, grazie alla pratica dell'auto trattamento infatti il praticante ha la possibilità di accedere personalmente ad un stato di benessere psico-fisico. Usui aveva compreso le profonde implicazioni di accedere al proprio potere di "autoguarigione", con questo atteggiamento la persona inizia a prendersi la responsabilità di essere protagonista della sua vita e può decidere cosa è meglio per sé in conformità alle esigenze del proprio corpo.
Usui nel protocollare il Reiki insegnava che l'Energia Vitale Universale è a servizio e a sostegno di tutto ciò che riguarda la vita, essa agisce in sinergia con tutto quello che opera per raggiungere la stato di salute dell'essere vivente. Il Fluire del Reiki nutre e riequilibra là dove è necessario, una volta che vi si accede in maniera consapevole la vita comincia a trasformasi sia a livello interiore che esteriore.
Quindi volendosi addentrare di più nel significato del Reiki esso non trasmette propriamente energia ma stimola la scintilla di vita ovvero quell'impulso che tutto muove. Il corpo umano è perfetto e se riconesso al suo naturale essere si auto-rigenera, ma allora perchè ci sono tanti malati? La risposta risiede nella complessa struttura energetica umana che non è fatta di sola materia, infatti il corpo fisico è l'unica parte percepibile dai 5 sensi, altri "corpi energetici" completano il sistema "essere umano" e tra questi ricordiamo quello astrale e quello mentale, questi sono i responsabili della maggior parte dei disagi fisici. Il Reiki va a lavorare anche su questi corpi favorendo il loro riequilibrio.
Mikao Usui lasciò questa tecnica all'umanità non gli importava di come fosse trasmessa e come si sarebbe trasformata sapeva che l'evoluzione trasforma tutto; il seme piantato da Usui era forte perché alimentato proprio dall'Impulso alla Vita. Il volere di Usui era semplicemente questo: che tutti potessero conoscere e usare il Reiki per la propria evoluzione interiore. Riconnettersi all'impulso alla vita permette all'astrale e al mentale di guarire e di riequilibrarsi così che il corpo fisico possa così tornare ad autorigenerarsi con l'Energia Vitale Universale.


martedì 4 giugno 2019

Il Reiki come via spirituale

Il percorso del Reiki spesso viene intrapreso perchè, come disciplina perseguita nel tempo, può far accedere la persona che lo segue a una meta evolutiva interiore. Nel presente purtroppo il termine spirituale è un termine debole se si chiedesse a persone diverse di spiegare questo termine probabilmente si avranno spiegazioni simili ma non uguali. Spirituale nel linguaggio esoterico si riferisce ad un'area dell'essere in cui si è a contatto con la "divinità", l'essere umano per accedere a questa regione interiore è obbligato a seguire un percorso che non si risolve in un breve periodo di tempo ma copre l'intera esistenza sul piano della materia. Il percorso di apprendimento del Reiki è stato organizzato in livelli dal primo fino al terzo o al quarto (dipende dalla scuola): il primo si occupa del livello materiale il secondo grazie ai simboli da accesso al piano emotivo e mentale infine il terzo insieme al quarto a quello spirituale. Tutto ciò si potrebbe rappresentare come una piramide: la parte materiale ovvero quella del corpo fisico sarà la base della piramide mentre quella spirituale l'apice della piramide; se ne deduce che se la base non è stabile né forte tutto ciò che sta sopra sarà a rischio di crollo. Il primo livello Reiki è un'esperienza fondamentale che non termina dopo l'autotrattamento fatto per 21 giorni
consecutivi e lo studio di qualche libro, l'allievo è chiamato a portare la sua pratica a sè e agli altri se vuole che la sua base risulti sicura e pronta per passare al livello successivo. La società moderna occidentale suggerisce che se si arriva alla fine di un percorso si ha un riconoscimento alla vista degli altri e quindi della società stessa.  La pratica tuttavia ha un'altro scopo nelle arti orientali, essa non è fatta per raggiungere degli obbiettivi visibili ma per percepire mete interiori. In questa era l'essere umano è chiamato ad esplorare la sua interiorità e l'unica via per farlo è osservare ed osservarsi, il primo livello dà all'allievo il più grande dono quello della pratica. Autotrattarsi e trattare gli altri porta presenza e umiltà, praticare il Reiki nella sua essenza insegna costantemente e incessamente perché quasi in maniera magica conduce chi lo fa ad entrare nell'atteggiamento compassionevole e con questo l'operatore o il master può sostenere un percorso di guarigione. "Solo per oggi opera con dedizione" recita il quinto principio, grazie all'opera ci si sperimenta nella materia e solo nella materia si può rivelare la "Divinità" le illuminazioni sono conseguenze dell'opera. Nella pratica inoltre si ha la possibilità di sperimentare la fede che si ha nei confronti del divino lavorando nella materia infatti si sarà a contatto dell'opera delle leggi dell'universo. Una base forte e stabile può sostenere allora una pratica più sottile e profonda, è come quando l'artigiano prendeva il fanciullo e piano piano con il tempo lo conduceva ad essere un professionista formato, sicuro e pronto alla vita lavorativa.

martedì 21 maggio 2019

Chi sono?

E' sempre impegnativo presentarsi come professionista,ovvero come una persona che dedica il proprio tempo lavorativo a una pratica specifica. 

Mi chiamo Antenore e faccio il Master Reiki, opero e formo nuovi operatori Reiki principalmente nelle città di Brescia, Bologna e Trento. 

Il mio percorso con il Reiki è caratterizzato dall'amore che provo per questa meravigliosa disciplina che tanto mi ha dato e che continua a darmi ogni giorno. Per i primi anni del mio percorso mi sono limitato a praticare Reiki su di me e a fare trattamenti alle persone che me lo chiedevano, poi qualcosa è cambiato sentivo l'esigenza che questa pratica fosse più presente nella mia vita, che non fosse solo un'opportunità perchè io stessi meglio ma che attraverso il mio servizio il Reiki potesse venire divulgato e insegnato a chi non l'avesse ancora appreso. 
Il Reiki ha trasformato la mia vita quando ho percepito chiaramente che c'era e c'è una vibrazione che sostiene la vita, nel percepire l'Energia Vitale Universale non mi sono sentito più solo: in qualunque momento potevo e posso accedere alla vibrazione divina che tutto sostiene. Grazie al Reiki ho percepito l'Amore che sempre ci accompagna ma che spesso ci scordiamo che sia lì accanto a noi pronto a sostenerci. Un aspetto meraviglioso della pratica e dell'insegnamento è il nutrimento e la pace che il Reiki mi dona, certo alla fine di una giornata di lavoro sono comunque stanco ma non affaticato, provato ma pieno di gratitudine. Il Reiki mi ha conquistato anche per la sua semplicità e per la sua leggerezza grazie a due giornate di insegnamento teorico ed esperienziale le persone possono occuparsi di sé e aiutare gli altri.
Tanti prendono la via del Reiki per evolvere spirituale io invece ho cominciato perché mi permetteva di operare nella materia, di sperimentarmi nella vita di tutti i giorni. Il Reiki mi dà la possibilità di divulgare l'importanza della salute del nostro corpo fisico: quando sto bene posso vivere le esperienze e questo mi permettere di evolvere continuamente. Sono i problemi della vita che sfidandoci ci portano a vivere diversamente e a migliorarci, il Reiki per me è una grande opportunità di esserci e di migliorare la vita di chi vuole farlo con questa meravigliosa tecnica. 
Nel mio periodo formativo inoltre ho compreso l'importanza di insegnare il Reiki in conformità con i tempi e le esigenze della società moderni. Oggi infatti le necessità e le possibilità dell'essere umano si sono trasformate rispetto a cento anni fà; è importante dunque capire come è nato il Reiki, quali siano state le sue basi, e come può aiutare nel presente, qui nell'occidente, in sinergia con l'evoluzione di tutte le tecniche di guarigione attualemente utilizzate. 
Il mio servizio è portare il Reiki a chi lo vuole nella sua vita.

Grazie 


martedì 23 aprile 2019

Reiki e lavoro su di sé

Prima di cominciare bisogna definire la differenza tra crescita personale e lavoro su di sé: la prima è un'attività dell'individuo finalizzata a scoprire e a coltivare i talenti, le propensioni naturali e a mitigare le proprie debolezze. Il secondo invece è un attento "essere presenti a se stessi" senza imporsi su nulla di ciò che accade per mano propria o per causa esterna. L'osservazione infatti deriva dalla presenza e solo osservandosi nei vari ambiti della vita giornaliera si può comprendere davvero quanto si è appreso nei vari percorsi personali siano essi materiali esperienziali che spirituali. Si prenda ad esempio una persona che per risovere una dipendenza si sia imposta un atto di volontà negandosi semplicemente di fare uso dell'oggetto della sua dipendenza: essa non sta lavorando sulla causa del problema ma sta semplicemente allenandosi in una abilità ovvero quella di resistere al fare o meno qualcosa. Nel caso del lavoro su di sè questa persona viene invece chiamata a osservare gli stati d'animo o i pensieri ricorrenti che accompagnano o causano la voglia di fare una determinata azione. Osservandosi rimane distaccata e osservatrice della propria personalità riuscendo così ad accedere alla forza interiore che si cela dentro: a questo proposito si pensi al funambolo che stando in equilibrio su una corda attraversa il vuoto sotto di lui, se fosse vittima del suo panico cadrebbe oppure se si spaventasse rimarrebbe immobile, invece osserva tutto ciò che succede interiormente ed esteriormente e in questo modo il suo equilibrio interiore può emanarsi permettendogli di procedere sulla corda. 
La pratica del Reiki aiuta a lavorare su di sè, attraverso di essa si è immersi in un esercizio di presenza continua: più si è attenti al fluire dell'energia e più si comprende l'atteggiamento dell'essere testimone di qualcosa che avviene indipendemente dalla propria volontà. Il Reiki è un'energia che ha una "intelligenza propria": sa esattamente dove andare, questo perché si accorda con l'intelligenza del sistema in cui è convogliata. E' un pò come pregare Dio chiedendogli di intercedere affinché una situazione o una persona possa guarire: a volte vi è un'esito "positivo" a volte no, il risultato dipende dalla situazione o dalla persona se siano pronte alla risoluzione. Lavorare su di sé significa accogliere lo stato delle cose e operare affinchè possa avvenire quello che può avvenire creando la condizione ideale. Quando apro la mia porta e invito qualcuno ad entrare la mia attenzione va all'ospite, alle sue esigenze: se ha bisogno di nutrimento preparerò da mangiare, se ha bisogno di riposare gli offrirò un giaciglio. La pratica del Reiki si fonda sull'osservare prima di tutto il fluire, più si è consapevoli di questo fluire più si crea uno spazio in cui tutto quello che può avvenire semplicemente accade. Quando sono nella presenza accedo all'accettazione che non sono io a sanare ma è il fluire dell'Energia Vitale Universale che si occupa di questo.


mercoledì 10 aprile 2019

A chi o a che cosa ti affidi in un trattamento Reiki?

In un trattamento Reiki ci sono tre componenti che cooperano perché tutto possa fluire nel migliore dei modi: operatore, ricevente e l'Energia Vitale Universale sono sempre presenti anche nel caso di un trattamento a distanza in cui il ricevente non sia consapevole di ciò che sta avvenendo. Un'operatore ben formato è cosciente di cosa succeda in un trattamento: l'anima del Reiki è l'Energia Vitale Universale che tutto pervade essa è "Intelligente" poiché provenendo dai "piani alti", quelli competenti al Divino, sa cosa fare seguendo le leggi universali. Questo aspetto sacro delle forze in gioco se riconosciuto favorisce l'atteggiamento di umiltà che viene richiesto all'operatore. Spesso ciò che si crede di poter fare o di dare consegue ad una visione distorta del concetto di amore e porta l'operatore a credere di poter guarire qualcuno ovvero di divenire artefice di qualcosa che non gli compete. Come continuo a ribadire nei corsi di formazione la responsabilità dell'operatore arriva fino al palmo della mano e non oltre: ciò che succede al di là, nel corpo del ricevente, compete "all'Intelligenza materica" di quest'ultimo e va semplicemente sostenuto in presenza. D'altro canto al ricevente viene richiesto di accoglire l'Energia Reiki senza aspettative comprendendo che essa lavora per il riequilibrio interiore sia esso fisico, emotivo o mentale. Quante volte siamo stati proprio noi a richiedere aiuto all'esterno credendo che tutto potesse veramente risolversi? è vero che ai nostri sensi succede ma quando lo fa è perché comunque a livello inconscio c'è stata una resa che ha provocato una risoluzione che apparentemente si è generata al di fuori di noi.
Riassumendo al ricevente viene quindi richiesto di avere fiducia nella totalità del suo corpo, nell'atteggiamento dell'operatore che si offre come mezzo e nel naturale fluire del Reiki. All'operatore invece viene richiesto di fidarsi dell'atteggiamento in cui vengono onorate leggi universali: intimamente sappiamo che ognuno ha uno scopo e viene chiamato a operare perché si faccia la volontà dell'Uno. Quando l'operatore diviene cosciente di questo e si mette al servizio di un bene superiore le sue credenze perdono di significato, le sue aspettative non hanno più forza, tutto si trasforma nell'atteggiamento del genitore presente che pazientemente accompagna e supervisiona il figlio nel percorso di crescita permettedogli di fare le proprie esperienze.

mercoledì 27 marzo 2019

Rifiorire nella gentilezza

Nonostante la siccità la primavera sta esplodendo, le piante fioriscono riempiendo di colori la nostra vita, l'attenzione di tutti noi è richiamata verso il miracolo della vita che con vigore ritorna a manifestasi.
Anche se non sembra o non si percepisce l'energia vitale universale continua a infondere sempre i corpi animati e inanimati di energia, nei primi con una vibrazione alta e vivace, nei secondi invece con una vibrazione molto bassa che garantisce comunque la loro presenza nel mondo del visibile. Tutto è energia e in tutto essa scorre, riconoscere che questo avviene continuamente porta l'essere umano a prendere coscienza del fatto che la priorità va portata al naturale fluire dell'esistenza. Quando vi è un blocco di un qualsiasi tipo significa che l'energia non sta scorrendo adeguatamente, questo crea una distonia che attira l'attenzione su un qualcosa che non sta funzionando. Nel sistema energetico umano tutto ciò si manifesta con stati fisici, emotivi o mentali che rallentano o portano a cambiare la propria quotidianità fino a che la persona inizia a ricercare le cause e a fare qualcosa per se stessa.
Tutto parte dal fatto di quanto si è disposti a essere gentili con se stessi: la società in passato ci ha portato a vedere il nostro corpo come un mero mezzo materiale che oltre a limitarci tende, in caso di malattia, a farci provare dolore. In verità il corpo è il tempio dove tutto avviene, il corpo dà la possibilità all'anima di poter sperimentare e così di poter apprendere. Il corpo si mantiene in salute stando nel fluire della vita, le malattie divengono così delle opportunità per accorgersi che si è deviato dal cammino personale, un disequilibrio si materializza così in uno stato limitativo.
Essere gentili con se stessi significa accorgersi che si è il proprio corpo e che se esso comincia a manifestare dei sintomi questi vanno ascoltati.
Uno dei cinque principi infatti dice "Sii gentile con te stesso e con gli altri" il cammino di presenza vuole che l'essere agisca su due fronti su quello personale e su quello sociale, aiutare l'esterno a migliorare favorisce l'azione personale viceversa essere gentile con se stessi favorirà l'esserlo con gli altri.
Mio padre aveva sempre un sorriso per tutti e grazie a questo possibili tensioni di varia natura si smorzavano passando in secondo piano: un'atto di gentilezza riporta subito nel tempo presente facendo riacquistare alle cose i giusti valori.
La pratica del Reiki insegna tutto ciò con un atto semplice ma efficacissimo: il palmo della mano viene a contatto con la parte corporea in difficoltà così che questa si senta ascoltata e sostenuta nella disarmonia. Nella pratica tutto ritorna a scorrere perchè l'energia vitale universale fluisce incessantemente.

mercoledì 13 marzo 2019

Le radici del Reiki

La storia di Usui in sostanza narra di un uomo che dopo un’esperienza speciale ha un collegamento con la sapienza universale che nel corpo si manifesta in un fluire di energia rigenerante. Da quella meravigliosa esperienza Mikao Usui protocolla il Reiki, lo rende comprensibile a tutti quelli che vogliono imparare il gesto di canalizzare l’energia dell’universo. Viene così stabilita una data di nascita, un punto preciso nel passato in cui la storia ha inizio, tutto però era già in corso perché l’energia è vibrazione impermanente che sostiene tutta la vita del creato. L’essere umano si accorge solamente che il Ki c’è e fluisce in tutto. Rei-Ki è in sintesi un ideogramma composto da due “simboli” Rei e Ki, Rei è l’energia universale quella che è causa del Big-bang e Ki che è la vibrazione che fluisce e supporta la vita. Il Reiki è ovunque ma solo nella pratica è chiaramente percepibile e solo nell’ascolto della sua vibrazione fluiscono chiare le informazioni che aiutano chiunque ne venga in contatto a mettersi nella condizione di trasformare la propria vita.
Il ReiKi si basa sulla gratitudine, è necessario infatti che l’atto del Reiki avvenga nell’essere grati della vita: anche nella disgrazia la vita ci sostiene, negli eventi difficili infatti l’essere ha l’opportunità di accorgersi che qualcosa nella sua vita si deve trasformare per poter procedere. La malattia o la perdita hanno un profondo significato che se viene compreso dall’interezza dell’individuo visto come unione di corpo, di anima e di spirito porta alla guarigione. La guarigione può essere vista così come la riconquista dell’armonia interiore, il Reiki lavora per riacquistare questo equilibrio e la maniera più efficace perché ciò avvenga è di essere grati. “Solo per oggi sono grato” recita uno dei 5 principi: la gratitudine diviene atteggiamento fondamentale per accedere alla possibilità di riequilibrare tutto il proprio sistema. Nella gratitudine ci si apre alla vita e a qualsiasi cosa essa ci riserva, la vita ci fa ogni secondo un grande dono quello di sostenere il nostro cammino, nel riconoscere questo si sente che la vibrazione energetica divina è sempre con l’essere da quando esso viene concepito fino alla sua dipartita dal corpo fisico e poi oltre.
Il ReiKi dunque affonda le sue radici nel tutto, il ReiKi è continuamente ed è nato nel momento in cui l’Universo è nato.