mercoledì 27 marzo 2019

Rifiorire nella gentilezza

Nonostante la siccità la primavera sta esplodendo, le piante fioriscono riempiendo di colori la nostra vita, l'attenzione di tutti noi è richiamata verso il miracolo della vita che con vigore ritorna a manifestasi.
Anche se non sembra o non si percepisce l'energia vitale universale continua a infondere sempre i corpi animati e inanimati di energia, nei primi con una vibrazione alta e vivace, nei secondi invece con una vibrazione molto bassa che garantisce comunque la loro presenza nel mondo del visibile. Tutto è energia e in tutto essa scorre, riconoscere che questo avviene continuamente porta l'essere umano a prendere coscienza del fatto che la priorità va portata al naturale fluire dell'esistenza. Quando vi è un blocco di un qualsiasi tipo significa che l'energia non sta scorrendo adeguatamente, questo crea una distonia che attira l'attenzione su un qualcosa che non sta funzionando. Nel sistema energetico umano tutto ciò si manifesta con stati fisici, emotivi o mentali che rallentano o portano a cambiare la propria quotidianità fino a che la persona inizia a ricercare le cause e a fare qualcosa per se stessa.
Tutto parte dal fatto di quanto si è disposti a essere gentili con se stessi: la società in passato ci ha portato a vedere il nostro corpo come un mero mezzo materiale che oltre a limitarci tende, in caso di malattia, a farci provare dolore. In verità il corpo è il tempio dove tutto avviene, il corpo dà la possibilità all'anima di poter sperimentare e così di poter apprendere. Il corpo si mantiene in salute stando nel fluire della vita, le malattie divengono così delle opportunità per accorgersi che si è deviato dal cammino personale, un disequilibrio si materializza così in uno stato limitativo.
Essere gentili con se stessi significa accorgersi che si è il proprio corpo e che se esso comincia a manifestare dei sintomi questi vanno ascoltati.
Uno dei cinque principi infatti dice "Sii gentile con te stesso e con gli altri" il cammino di presenza vuole che l'essere agisca su due fronti su quello personale e su quello sociale, aiutare l'esterno a migliorare favorisce l'azione personale viceversa essere gentile con se stessi favorirà l'esserlo con gli altri.
Mio padre aveva sempre un sorriso per tutti e grazie a questo possibili tensioni di varia natura si smorzavano passando in secondo piano: un'atto di gentilezza riporta subito nel tempo presente facendo riacquistare alle cose i giusti valori.
La pratica del Reiki insegna tutto ciò con un atto semplice ma efficacissimo: il palmo della mano viene a contatto con la parte corporea in difficoltà così che questa si senta ascoltata e sostenuta nella disarmonia. Nella pratica tutto ritorna a scorrere perchè l'energia vitale universale fluisce incessantemente.

mercoledì 13 marzo 2019

Le radici del Reiki

La storia di Usui in sostanza narra di un uomo che dopo un’esperienza speciale ha un collegamento con la sapienza universale che nel corpo si manifesta in un fluire di energia rigenerante. Da quella meravigliosa esperienza Mikao Usui protocolla il Reiki, lo rende comprensibile a tutti quelli che vogliono imparare il gesto di canalizzare l’energia dell’universo. Viene così stabilita una data di nascita, un punto preciso nel passato in cui la storia ha inizio, tutto però era già in corso perché l’energia è vibrazione impermanente che sostiene tutta la vita del creato. L’essere umano si accorge solamente che il Ki c’è e fluisce in tutto. Rei-Ki è in sintesi un ideogramma composto da due “simboli” Rei e Ki, Rei è l’energia universale quella che è causa del Big-bang e Ki che è la vibrazione che fluisce e supporta la vita. Il Reiki è ovunque ma solo nella pratica è chiaramente percepibile e solo nell’ascolto della sua vibrazione fluiscono chiare le informazioni che aiutano chiunque ne venga in contatto a mettersi nella condizione di trasformare la propria vita.
Il ReiKi si basa sulla gratitudine, è necessario infatti che l’atto del Reiki avvenga nell’essere grati della vita: anche nella disgrazia la vita ci sostiene, negli eventi difficili infatti l’essere ha l’opportunità di accorgersi che qualcosa nella sua vita si deve trasformare per poter procedere. La malattia o la perdita hanno un profondo significato che se viene compreso dall’interezza dell’individuo visto come unione di corpo, di anima e di spirito porta alla guarigione. La guarigione può essere vista così come la riconquista dell’armonia interiore, il Reiki lavora per riacquistare questo equilibrio e la maniera più efficace perché ciò avvenga è di essere grati. “Solo per oggi sono grato” recita uno dei 5 principi: la gratitudine diviene atteggiamento fondamentale per accedere alla possibilità di riequilibrare tutto il proprio sistema. Nella gratitudine ci si apre alla vita e a qualsiasi cosa essa ci riserva, la vita ci fa ogni secondo un grande dono quello di sostenere il nostro cammino, nel riconoscere questo si sente che la vibrazione energetica divina è sempre con l’essere da quando esso viene concepito fino alla sua dipartita dal corpo fisico e poi oltre.
Il ReiKi dunque affonda le sue radici nel tutto, il ReiKi è continuamente ed è nato nel momento in cui l’Universo è nato.

venerdì 1 marzo 2019

La pratica Reiki oltre le mani

Il Reiki spesso tende a essere riconosciuto come una pratica manuale dove l’operatore attraverso il contatto fisico operato dai palmi delle mani trasferisce l’energia canalizzata nel corpo del ricevente, questa è però l’espressione ultima della filosofia portante del Reiki che pone nelle sue basi di pensiero che sia l’atteggiamento interiore a strutturare la pratica manuale. Bisogna infatti ricordarsi che il Reiki è stato creato in Giappone patria in cui le arti spesso venendo protocollate e codificate con regole rigorose prendono la caratteristica propria della marzialità. Se si osserva un operatore fare un trattamento lo si vedrà configurarsi in posizioni precise il cui cambio è regolato da tempi specifici. Ogni praticante Reiki viene chiamato a coltivare dentro di sé quel rigore indispensabile affinché la pratica manuale sia efficace. Non basta infatti percepire l’energia scorrere dentro di sé e appoggiare le mani, Mikao Usui capì bene questa necessità e proprio perché veniva da un percorso su di sé di lavoro spirituale intenso e vero si ritrovò a decodificare “Cinque principi” a cui ispirarsi. Questi di prima lettura vengono recepiti come semplici inviti che portano il praticante che li applica a beneficiare di trasformazioni sensibili nella propria vita quotidiana. 
Il Reiki è una pratica che riporta continuamente al presente infatti solo nel “qui e ora” l’energia può essere percepita e trasmessa e solo nel “qui e ora” fluisce la vita. Nello scorrere frenetico della quotidianità il pensiero del Reiki può offrire quella direzione di cui si ha bisogno. 
Si prenda per esempio il primo principio: “Solo per oggi non mi arrabbio”, la rabbia è una delle manifestazioni che esprimiamo quando una situazione ci sembra sbagliata, essa nasce quando un individuo vuole avere ragione perchè crede che il suo pensare sia giusto ma come si è portati a credere di avere ragione? Da determinate esperienze che sono state fatte nel passato: esse, proprio perché si sono svolte in un modo, portano a pensare che questo sia l’effetto standard di quel tipo di casualità. Quando mi arrabbio quindi è come se guardassi al passato, non mi interessa procedere nel presente verso il futuro ma la mia unica priorità è affermare ciò che è già successo. Il primo principio così formulato: Solo per oggi ... invita a osservare cosa succede quando ci si arrabbia, è infatti necessario vedere il proprio comportamento per cambiarlo. Questo atteggiamneto una volta integrato porta il praticante a esserci ad andare oltre quello che è stato, lo invita a stare nel fluire dell’energia che non etichetta le persone per buone o cattive, essa si dona a tutti perché tutti hanno il diritto di seguire il loro sentiero di vita: nel proprio cammino consapevolmente o inconsapevolmente ognuno cerca se stesso.