martedì 23 aprile 2019

Reiki e lavoro su di sé

Prima di cominciare bisogna definire la differenza tra crescita personale e lavoro su di sé: la prima è un'attività dell'individuo finalizzata a scoprire e a coltivare i talenti, le propensioni naturali e a mitigare le proprie debolezze. Il secondo invece è un attento "essere presenti a se stessi" senza imporsi su nulla di ciò che accade per mano propria o per causa esterna. L'osservazione infatti deriva dalla presenza e solo osservandosi nei vari ambiti della vita giornaliera si può comprendere davvero quanto si è appreso nei vari percorsi personali siano essi materiali esperienziali che spirituali. Si prenda ad esempio una persona che per risovere una dipendenza si sia imposta un atto di volontà negandosi semplicemente di fare uso dell'oggetto della sua dipendenza: essa non sta lavorando sulla causa del problema ma sta semplicemente allenandosi in una abilità ovvero quella di resistere al fare o meno qualcosa. Nel caso del lavoro su di sè questa persona viene invece chiamata a osservare gli stati d'animo o i pensieri ricorrenti che accompagnano o causano la voglia di fare una determinata azione. Osservandosi rimane distaccata e osservatrice della propria personalità riuscendo così ad accedere alla forza interiore che si cela dentro: a questo proposito si pensi al funambolo che stando in equilibrio su una corda attraversa il vuoto sotto di lui, se fosse vittima del suo panico cadrebbe oppure se si spaventasse rimarrebbe immobile, invece osserva tutto ciò che succede interiormente ed esteriormente e in questo modo il suo equilibrio interiore può emanarsi permettendogli di procedere sulla corda. 
La pratica del Reiki aiuta a lavorare su di sè, attraverso di essa si è immersi in un esercizio di presenza continua: più si è attenti al fluire dell'energia e più si comprende l'atteggiamento dell'essere testimone di qualcosa che avviene indipendemente dalla propria volontà. Il Reiki è un'energia che ha una "intelligenza propria": sa esattamente dove andare, questo perché si accorda con l'intelligenza del sistema in cui è convogliata. E' un pò come pregare Dio chiedendogli di intercedere affinché una situazione o una persona possa guarire: a volte vi è un'esito "positivo" a volte no, il risultato dipende dalla situazione o dalla persona se siano pronte alla risoluzione. Lavorare su di sé significa accogliere lo stato delle cose e operare affinchè possa avvenire quello che può avvenire creando la condizione ideale. Quando apro la mia porta e invito qualcuno ad entrare la mia attenzione va all'ospite, alle sue esigenze: se ha bisogno di nutrimento preparerò da mangiare, se ha bisogno di riposare gli offrirò un giaciglio. La pratica del Reiki si fonda sull'osservare prima di tutto il fluire, più si è consapevoli di questo fluire più si crea uno spazio in cui tutto quello che può avvenire semplicemente accade. Quando sono nella presenza accedo all'accettazione che non sono io a sanare ma è il fluire dell'Energia Vitale Universale che si occupa di questo.


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