venerdì 22 febbraio 2019

Il sostegno percepibile nel fluire

Parlare di Reiki oggi nel 2019 potrebbe essere un’impresa, molti proprio perché la pratica Reiki è di facile accesso hanno la possibilità di dire la propria e di inventare nuovi modi di fare Reiki. Sembra che ormai la parola Reiki debba essere accompagnata da un termine che la caratterizzi, e il nome di questo sito non è da meno, ignorando quali ragioni abbiano portato altri a dover caratterizzare il “loro” Reiki io sono cosciente delle motivazioni che mi hanno portato con entusiasmo a fondare Fluire Reiki. Dalla prima iniziazione è stata chiaramente percepibile una caratteristica del Reiki: il suo incessante fluire, la sua dinamicità continua volta a favorire l’afflusso di energia che sostiene il ciclo rigenerativo di tutto ciò che è vibrante. Durante le prime pratiche un’altro aspetto mi aveva dapprima stupito e poi meravigliato: il fatto che non mi sentivo più solo, nel fluire dell’energia qualcosa mi riempiva e non era qualcosa prodotto da me. La pratica mi infondeva sicurezza e l’energia che scorreva nonstante la sua qualità eterea contribuiva a rendere la mia struttura interiore più solida. L’idea che si presentava era quella che la vita attraverso la pratica Reiki mi sosteneva senza chiedermi nulla in cambio: quanto Amore! Da quel momento tutto si è trasformato ai miei occhi e, invece di vedere banali corsi d’acqua che irrigavano la terra, vedevo la vita che toccava qualsiasi parte che fosse pronta ad accoglierla. 
Nell’esperienza quotidiana spesso mi sorprendo ancora di come in un trattamento il Reiki riesca anche là dove un ricevente incosciamente resiste o si perde via nei suoi pensieri, senza dubbio l’assenza di consapevolezza contribuisce a diminuire l’efficacia percepita ma l’energia del Reiki scorre incessantemente e come l'acqua di un torrente di montagna vitalizza e pulisce tutto ciò che incontra.